“La memoria è il diario che ciascuno di noi porta sempre con sé.”
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- Oscar Wilde -
Cos’è la neuropsicologia e di cosa si occupa?
La neuropsicologia è la disciplina che ha come obiettivo lo studio dei processi cognitivi (memoria, attenzione, linguaggio, ragionamento, …) e comportamentali in correlazione con i loro substrati anatomici.
Il cervello è sottoposto a un processo continuo di trasformazione attraverso il quale le cellule cerebrali sono soggette a invecchiamento e possono subire traumi o lesioni che possono comprometterne la funzionalità determinando un’alterazione di alcune funzioni cognitive.
Questo è l’ambito di studi della neuropsicologia, la quale tratta deficit cognitivi dovuti a lesioni o deterioramenti del sistema nervoso centrale.
Quando rivolgersi a un esperto in neuropsicologia?
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a seguito di danni cerebrali conseguenti a malattie neurodegenerative (persone anziane che presentano un invecchiamento cerebrale più rapido e precoce del normale);
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a seguito della rilevazione di disturbi cognitivi sempre più frequenti (es. difficoltà di memoria) nelle persone anziane che potrebbero costituire l’esordio di deterioramento cognitivo;
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a seguito di lesioni cerebrali dovute, per esempio, a ictus, ischemie, interventi neurochirurgici o traumi cranici;
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a seguito della soggettiva percezione di difficoltà di memoria (es. non ricordo più le cose), di concentrazione (es. fatico a mantenere il filo del discorso) e/o di linguaggio (es. non mi vengono le parole), anche in persone giovani. A volte, infatti, tali difficoltà possono essere conseguenza dello stress o della presenza di stati emotivi specifici (es. ansia, depressione);
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per finalità assicurative o medico-legali (vedasi sezione dedicata alla Psicologia Giuridica).
Le attività proposte:
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valutazione neuropsicologica:
è un processo diagnostico mirato a descrivere e misurare il funzionamento cognitivo, emotivo e comportamentale di un individuo.
Il suo scopo è quello di valutare la funzionalità cerebrale superiore (memoria, attenzione, linguaggio, ragionamento, capacità logiche, capacità di giudizio e critica, ...) in pazienti adulti (dai 18 anni in su) al fine di quantificare l’entità del danno cognitivo, ma anche per favorire la presa di consapevolezza da parte della persona e dei familiari delle proprie difficoltà, facilitando quindi la motivazione ad intraprendere percorsi di cura specifici siano essi riabilitativi o compensatori.
Diverse finalità:
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Diagnostiche: al fine di individuare le funzioni cognitive risparmiate da quelle, invece, colpite dalla lesione cerebrale (es. ischemia, ictus) per determinare il profilo neuropsicologico attuale del paziente e poter programmare un eventuale trattamento riabilitativo;
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Diagnosi differenziale: permette di capire se i problemi cognitivi del paziente (es. dimenticanze nella vita quotidiana) sono di origine neurologica (degenerazione neuronale) o psicopatologica (ansia, depressione).
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Prognostiche: la valutazione neuropsicologica può contribuire alla diagnosi precoce di alcune malattie neurologiche che, in alcuni casi, non sono documentate da referti patologici (neurologici o neuroradiologici), come ad esempio demenze in fase iniziale;
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Di follow-up: per rivalutare il paziente dopo un determinato periodo di tempo allo scopo di monitorare l’andamento del danno cognitivo e l’eventuale gestione quotidiana del paziente;
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Di riabilitazione: ovvero poter progettare un intervento riabilitativo;
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Forensi (vedasi sezione servizi relativi alla Psicologia Giuridica).
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valutazioni neuropsicologiche ai fini medico-legali :
per accertare l’esistenza di un danno cognitivo (vedasi sezione servizi relativi alla Psicologia Giuridica).
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interventi specifici di riabilitazione cognitiva:
la riabilitazione è un’attività finalizzata a recuperare una o più capacità, di cui si disponeva e che, per un motivo o per l’altro, sono andate perse.
La riabilitazione cognitiva permette di ridurre i disturbi cognitivi e l’effetto che questi hanno sulla vita personale aumentando anche la consapevolezza del paziente in considerazione dell’impatto che tali disturbi hanno nella sua vita quotidiana. Lo scopo è quello di raggiungere la maggior autonomia possibile attraverso il recupero e/o la compensazione delle funzioni cognitive compromesse attraverso la ricerca di strategie alternative compensative (per promuovere l’adattamento alla funzione alterata) o restitutive (per restituire la funziona alterata).
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percorsi di stimolazione cognitiva:
indicata per le persone anziane con iniziale decadimento cognitivo, al fine di mantenere le attuali capacità residue.
Gli obiettivi:
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mantenere le funzioni cerebrali superiori attive il più a lungo possibile per rallentare il declino cognitivo;
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stimolare le risorse residue favorendo un senso di maggiore autoefficacia con conseguente beneficio anche sull'autostima e sul tono dell'umore;
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ridurre i momenti di inattività, isolamento ed apatia spesso causati dallo sconforto dato dal riconoscimento delle attuali difficoltà;
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preservare l’autonomia il più a lungo possibile;
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migliorare la qualità di vita attraverso il coinvolgimento in attività stimolanti.
Di che cosa si occupa la neuro psicologia? Ne parlo in questa intervista che mi è stata fatta presso il Centro Unimed Poliambulatorio Specialistico.